Una storia istruttiva

La maggior parte di coloro che seguono con attenzione questa crisi finanziaria ricorderanno sicuramente la truffa legalizzata dei credit-default swap o CDS venduti a diverse Banche europee dalla Filiale Londinese di AIG dell’ormai celebre Joe Cassano (sulla madre di tutte le truffe consiglio questo capolavoro di Matt Taibbi) e con cui le stesse Banche si coprivano dai rischi che derivavano da alcuni loro asset, per lo più obbligazioni corporate o derivate da mutui, permettendo loro di non dover incrementare la riserva obbligatoria.

Poco più di un mese fa vi avevo dato la notizia, per lo più ignorata dai mezzi d’informazione, delle dimissioni di due alti dirigenti della Filiale parigina della AIG e dei colloqui tra funzionari della Fed e della AIG con le autorità di controllo francesi per affrontare le conseguenze e il complicato scenario legale da cui avrebbe potuto prendere il via un default valutato in circa 234 miliardi di dollari in operazioni su derivati. Un buco che, dicevo un mese fa, “potrebbe anche costringere le banche europee coinvolte a dover raccogliere svariati miliardi per coprire le potenziali perdite”.

Tutta la vicenda sembra non interessare nessuno, men che meno le borse che reagiscono positivamente ai bilanci truccati delle banche come alla notizia che il Pil americano nel primo trimestre ha fatto segnare un -6,1%, risultato notevolmente peggiore del pur basso -4,3% atteso dagli economisti. Un disastro, ma a chi importa se hanno deciso che la borsa deve salire ancora, prima di precipitare nel burrone? Figuriamoci cosa rappresenta un misero buco da 234 miliardi nel vecchio continente.

Rompe ora il silenzio stampa il Financial Times che riporta una sua corrispondenza da New York aggiornandoci così sulla situazione che, a quanto pare, rimane esplosiva, con la novità che uno dei due chief executive della AIG di Parigi dimessisi, James Shephard, potrebbe tornare sui suoi passi e ritirare le sue dimissioni mentre l’altro, Mauro Gabriele, non avrebbe cambiato idea ma comunque rimarrebbe per assicurare una “transizione ordinata”, come si dice in questi casi.

Ma perchè questo strano comportamento? Perchè il ritiro delle dimissioni di Shephard dovrebbe bloccare le azioni legali che le banche europee potrebbero intentare nei confronti di AIG per riavere indietro i loro soldi. Se Shephard rimanesse, l’autorità di controllo francese non potrebbe sostituirlo con un proprio incaricato. In questo caso infatti, secondo gli esperti legali, cambiando uno dei contraenti dei contratti, si aprirebbe una procedura di default dei derivati che dovrebbero essere ripagati alle banche europee prima della loro naturale scadenza.

Ecco perchè AIG ha ancora bisogno dei servigi di questo signore, mentre le tre principali banche europee coinvolte nella truffa, Royal Bank of Scotland, Banco Santander e BNP Paribas potrebbero essere costrette a cercare qualche decina di miliardi di dollari per coprirsi da un’eventuale bancarotta di AIG France.

Dulcis in fundo, Shephard e Gabriele, a sentir loro, si erano dimessi a seguito del clima ostile che si era determinato nei loro confronti dopo la decisione di AIG di pagare 165 milioni in bonus fedeltà allo staff della divisione finanziaria di cui anche loro facevano parte. Non ho dubbi che i due riceveranno ora, sotto altra forma, quel bonus più gli interessi. Sull’argomento, nè Shephard nè AIG hanno voluto rilasciare dichiarazioni, ovviamente.

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Published by bernspan

A former employee of a bank that no longer exists. Un ex-dipendente di una Banca che non esiste più.

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