Si sono avventati sulla preda come famelici piraña a digiuno da mesi, materializzando le più scombussolate e deliranti visioni di complotti e messe in stato di accusa (impeachment). Per cosa? Per il nulla, il niente, un buco nero dove si sono riversati urlando e agitandosi elettrizzati dalla novità di avere una dichiarazione di colpevolezza da parte del più compromesso nella indagine sulle collusioni di “Russia connection”, il generale Michael Flynn.
In realtà si tratta di un brodino riscaldato, l’ammissione di colpevolezza per aver mentito alla FBI. Cosa risaputa sin dal Febbraio di quest’anno, quando Sally Yates, nelle sue funzioni di Procuratore Federale della Casa Bianca, avvertì il Presidente Trump che Michael Flynn aveva ingannato il team di transizione e gli investigatori non dicendo la verità sulla vera natura delle sue comunicazioni con l’ambasciatore russo.
La verità è che questa investigazione non ha portato e non porterà da nessuna parte. Non esiste il delitto, quindi non ci sono evidenze di colpevolezza se non in alcuni casi che hanno portato alla scoperta di altri singoli e differenti criminali comportamenti, come evasione fiscale e riciclaggio, che nulla hanno a che vedere con questa investigazione sulle “collusioni”.
I media-stream rischiano la morte per asfissia. Solo il 20% degli americani crede che dicano la verità. Ora arrivano anche le sospensioni di giornalisti che fabbricano “fake news”. Il giornalismo sembra finito nella partigianeria e nel controllo assoluto da parte della sinistra. Sapete come è andata a finire con quel guardiano di pecore che gridava “al lupo, al lupo”.