Nazionalizzazioni in corso

Si sta concretizzando quella che da settimane sembra l’unica via d’uscita per salvare le banche americane sull’orlo del fallimento e di cui ho già parlato in diversi post (vedi etichetta nazionalizzazione). A fare da cavia Citigroup. Ieri il Wall Street Journal ha scritto che lo Stato americano potrebbe arrivare a detenere una partecipazione del 40% nel colosso bancario.

“E’ possibile che le trattative falliscano”, scrive il Wsj, “ma il Governo potrebbe trovarsi in mano fino al 40% delle azioni ordinarie di Citigroup. I dirigenti della banca sperano che la quota della quale si approprierà lo Stato sia attorno al 25%”. Secondo l’autorevole giornale lo Stato potrebbe trasformare gran parte delle azioni preferred, senza diritto di voto, in azioni ordinarie.

Il Wall Street Journal ha precisato che al momento le discussioni stanno avvenendo tra i responsabili della Fed e le altre autorità di regolamentazione. In un secondo momento il progetto sarà poi presentato all’amministrazione del presidente Barack Obama.

Ora però non vorrei che si guardasse alla nazionalizzazione come la panacea di tutti i mali, anche perchè il problema è sempre il tempo: si rischia di arrivare tardi e male. Inoltre la crisi è diventata prima di tutto una profonda crisi di fiducia dei consumatori e l’intervento sulle banche è condizione necessaria ma non sufficiente per il recupero dell’economia.

Anche le incertezze e le lungaggini dell’amministrazione Obama, le anticipazioni e i continui cambi di rotta che hanno reso vago e indefinito il piano di salvataggio delle banche del suo Segretario del Tesoro, Tim Geithner, contribuiscono più a diffondere sfiducia che a tranquillizzare i mercati. E dimostrano come e quanto i destinatari di quelle misure, i banchieri, premano attraverso agganci influenti nell’amministrazione per far fallire ogni ipotesi che li veda pagare il giusto prezzo.

Se gli Stati Uniti piangono, l’Europa non ride. A Berlino è stato fatto un passo avanti. I grandi d’Europa hanno deciso un’iniziativa comune della Ue per imporre al prossimo vertice G20 di Londra riforme strutturali, norme rigorose sulla vigilanza degli hedge funds e di ogni istituto e prodotto finanziario, disposizioni vincolanti alle banche di costituire in tempi di prosperità riserve per la crisi, e una lotta senza quartiere all’evasione tributaria nei paradisi fiscali.

Ma, come al solito, rimangono dichiarazioni d’intenti che rischiano di essere annacquate e svuotate al G20 e comunque non affrontano il cuore del problema, rimandando ancora una volta un piano ed un’azione incisivi, urgenti e comuni dell’UE con cui andrebbe affrontata la crisi. L’unico a proporre qualcosa di concreto il primo ministro inglese, Gordon Brown, che ha parlato di un fondo supplementare di 500 miliardi e di un piano preciso che punti, tra l’altro, sull’economia ‘verde’, ecologica, contro la crisi.

In una crisi la scelta non è agire o non agire, perchè alla fine si verrà costretti a prendere comunque dei provvedimenti e prima si prenderanno e minore sarà il prezzo pagato dai singoli e maggiori le possibilità di una forte ripresa. Invece gli egoismi rischiano, come abbiamo visto, di far saltare le economie dei paesi dell’est trascinando nel fallimento le maggiori banche europee fortemente esposte verso quei paesi.

Ed ha un bel dire il nostro premier che l’Italia sta meglio degli altri e il nostro sistema bancario è sano. Il suo è solo un esercizio esorcistico e propagandistico ad uso domestico. In realtà, in uno dei suoi attacchi di incontinenza verbale, è incorso in un lapsus freudiano parlando di nazionalizzazioni, anche se ha smentito immediatamente che si riferisse all’Italia.

Il suo ministro dell’economia gli avrà invece spiegato benissimo che se l’Europa lascia fallire le economie dei paesi dell’Est anche i nostri due maggiori gruppi bancari, Unicredit ed Intesa Sanpaolo, subirebbero perdite per miliardi di euro, rendendo ineluttabile la loro nazionalizzazione. Proprio quello che, cinicamente, fa al caso, per realizzare il suo progetto di potere.

Advertisement

Published by bernspan

A former employee of a bank that no longer exists. Un ex-dipendente di una Banca che non esiste più.

Leave a Reply

Fill in your details below or click an icon to log in:

WordPress.com Logo

You are commenting using your WordPress.com account. Log Out /  Change )

Facebook photo

You are commenting using your Facebook account. Log Out /  Change )

Connecting to %s

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.

"il diario di Perestroika"

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

Jesse's Café Américain

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

The Big Picture

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

Opinion

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

Grasping Reality on TypePad, by Brad DeLong

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

Calculated Risk

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

Come Don Chisciotte

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

Newsletter - marketcommentary

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

Crossing Wall Street

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

Diario della crisi finanziaria

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

Felix Salmon

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

Freakonomics

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

Creative Rush

Just another WordPress weblog

Greg Mankiw's Blog

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

iMFdirect - The IMF Blog

The International Monetary Fund's interactive global economy forum

Investireoggi.it

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

IL GRANDE BLUFF

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

Economist's View

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

MERCATO LIBERO

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

Mercato Libero News

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

James Clive-Matthews

Writer, Editor, Content Strategist

Roubini Global Economics

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

NYT > The Upshot

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

Paul Krugman

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

Phastidio.net

Andrà molto peggio, prima di andare meglio

Project Syndicate

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

Robert Reich

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

The Baseline Scenario

What happened to the global economy and what we can do about it

RSS

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

The Reformed Broker

An Irreverent and Insightful Blog about Wall Street

Valori

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

Real Time Economics

Economic insight and analysis from The Wall Street Journal.

Angry Bear

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

icebergfinanza

«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla»

A Fistful Of Euros

European Opinion

%d bloggers like this: