Dunque crooked Hillary ha perso le elezioni perchè Putin ha diffuso fake news sulla candidata democratica utilizzando i social media, in particolare alcuni “games” come Pokemon e pagando avvisi commerciali e video contro la donna da lui più odiata al mondo.
In realtà, non trovando le prove di un crimine che non è neanche un crimine, i democratici, senza vergogna per la loro imbecillagine, stanno raschiando il fondo di un romanzo che giorno dopo giorno allontana sempre più il suo ultimo capitolo.
Intanto, finalmente, l’FBI sta ora indagando su qualcosa di più concreto e criminale di una “collusion”: l’agenzia federale ha raccolto una moltitudine di documenti, registrazioni segrete, email intercettate, dati fiscali e conti bancari che provano il pagamento da parte della Russia di milioni di dollari alla Clinton Foundation e di migliaia di dollari direttamente nelle tasche di Bill Clinton per la vendita, approvata all’unanimità dall’amministrazione Obama quando Segretario di Stato era ancora Hillary Clinton, di un quinto dell’uranio di proprietà degli Stati Uniti alla Russia.
Come se non bastasse, tutto sarebbe accaduto sotto l’attenta disattenzione dell’allora Direttore dell’FBI che, guarda caso, si chiamava Robert Muller, Bob per gli amici. Non solo lo “Special Counsel” Mueller è legato all’imbroglio dell’uranio, ma anche il supervisore dell’inchiesta, fu l’allora avvocato americano Rod Rosenstein. Rosenstein, nominato da Obama vice procuratore generale e dopo che Jeff Sessions si è ritirato dal caso “Russia collusion”, ha deciso di nominare nessun altro se non Mueller come consigliere speciale per questa inchiesta.
Nello stesso periodo James Comey si faceva le ossa alla scuola di Mueller, imparando alla svelta e mettendo a profitto le lezioni del suo maestro. Così veniamo a sapere che l’ineffabile Direttore aveva già deciso, prima ancora di cominciare ad investigare sulle email di Hillary, di scagionarla dalle accuse, anche perchè pressato dal Procuratore Generale, Loretta Lynch, ora anche lei sotto investigazione e interrogata a porte chiuse dalla Commissione Giustizia del Senato americano.
Con i reati di cui sono accusati, Obama, Comey, Loretta Lynch, Hillary Clinton, Rosenstein e Mueller potrebbero finire all’ergastolo. Invece non succederà niente. I media americani hanno già deciso che questa storia va insabbiata rapidamente e che la caccia alle streghe contro Trump deve continuare. Non rimane che prendere atto che libertà di parola e giornalismo riposano sotto alcuni metri di fango e che è in atto un colpo di stato per espropriare gli americani dei loro diritti politici e costituzionali.